venerdì 18 agosto 2017

La bellezza della fine 「有終の美」

Pubblichiamo un estratto dall'articolo tratto dall'interessantissimo blog di Laura Imai Messina: 'Giappone Mon Amour' che vi invitiamo caldamente a seguire e che ringraziamo.


Questo il link diretto all'articolo:






"L’inizio delle cose è fondamentale. È il primo passo, l’ingresso in cui lasciare le scarpe e salire il piccolo gradino che ti introduce in una casa. È l’inchino che inaugura l’incontro tra persone, la prima sorsata di birra che Delerm indicava come uno dei minuti piaceri della vita.
L’inizio dona la sensazione duratura di conoscere qualcosa, è l’istante in cui i sensi afferrano le cose e danno loro un nome. Pare che la “prima impressione” su una persona si imprima nella nostra mente in non più di dieci secondi. 第一印象, daiichiinshō così si dice anche in giapponese. Letteralmente.<...>

<...>Esiste in giapponese una parola, un concetto che racchiude la fine e la sua bellezza. Come le mani del direttore di un coro che sembrano chiudere a ventaglio – tra le dita – tutte le voci sul finale. È la chiusura e tutti i suoni finiscono nella girandola e nel pugno.
È la bellezza della fine, il bel finale: 有終の美 yūshū no bi, con in coda il kanji di fine e, in testa, quello di avere. Un’espressione che si usa in coppia con la bellezza che è bi.<...>

<...>Lasciare una stanza d’albergo dopo aver rifatto il letto, aver piegato lo yukata, aver aperto o chiuso una finestra, aver gettato ogni rifiuto nel cestino e aver magari anche serrato il sacchetto della spazzatura. Passare una mano sulla superficie del tavolo di un caffè, raccogliere le briciole in un palmo, allineare la sedia e il tavolo nella posizione originale.
È forte in questo paese la coscienza del prossimo, la consapevolezza di chi verrà dopo di noi. Siamo tutti di passaggio, in continua migrazione. “Tutto capita a tutti, prima o poi, se c’è abbastanza tempo” scriveva con la sua acutissima ironia George Bernard Shaw.<...>

<...>Prendere coscienza delle mani, del corpo che inizia e conclude azioni, del sapore di una cosa e del retrogusto che rimane nella bocca.
「立つ鳥跡を濁さず」, tatsu tori ato wo nigosazu è un detto giapponese che recita così: “Un uccellino che spicca il volo non intorbidisce le acque”. Così come l’uccellino lascia dietro di sè limpida l’acqua così anche noi dobbiamo lasciare un luogo o una situazione con eleganza, pulizia e gentilezza, nel rispetto di chi ci succederà.<...>

© Tora Kan Dōjō

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